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Sud Sudan Campo Mundari
Durata: 19 Nov 2023 - 01 Dic 2023
Luogo: Sud Sudan
Prezzo: A partire da: € 2990 ( voli intercontinentali esclusi)
Programma di viaggio: scarica il PDF

PARTENZA DI GRUPPO CON ACCOMPAGNATORE AZALAI**: 19 Novembre 2023

** Accompagnatore a partire da 6 partecipanti

Sud Sudan, L’ultima frontiera! È un paese poco frequentato che costituisce un territorio unico dove convivono numerosi gruppi etnici eterogenei per cultura e modi di vita. Nonostante questo é il paese più giovane del mondo ospita diverse etnie che hanno mantenuto intatte le loro usanze per secoli. La lunga guerra con il nord ha causato l’isolamento dei gruppi etnici del Sud Sudan dal mondo moderno. Andiamo a scoprire una remota zona africana, dove la ricchezza si misura in bestiame e i guerrieri sono costantemente in guardia. Questo viaggio unico ci introdurrà in una dimensione culturale diversa convivendo a stretto contatto con la popolazione locale per conoscere a fondo la loro cultura e stili di vita ancestrali.

GIORNO 1 19 Novembre  
ITALIA-VOLO
Arrivo in aeroporto per le formalità di imbarco Partenza. Cambio aeromobile e proseguimento per Juba, la più giovane capitale dell’ ‘Africa. Notte in volo.

GIORNO 2 20 Novembre 
Juba City
Arrivo a Juba City al mattino e trasferimento in Hotel. Il resto dela giornata sarà trascorso in riva al fiume o in visita a Juba. Notte: hotel di Juba. Cena e pernottamento a Juba.

GIORNO 3 21 Novembre
Juba City –Volo- Kapoeta-Villaggio Taposa
Di buon mattino trasferimento all’aeroporto di Juba per prendere un volo interno per Kapoeta. Arrivo e trasferimento in un villaggio Taposa. Trascorreremo il resto della giornata esplorando i loro villaggi. I Taposa sono orgogliosi della loro società, che misura la propria ricchezza in base al capo di bestiame, come avviene in altre comunità della zona. Questa tribù continua a mantenere le proprie usanze basate sull’animismo, credono in un essere supremo legato alla natura e nelle anime dei loro antenati, a cui si rivolgono nei periodi di feste e cerimonie. Notte: Cena e pernottamento in Camp al villaggio Taposa.

GIORNO 4 22 Novembre
La tribù Taposa – Villaggio Boya
Oggi trascorreremo una mezza giornata con la tribù Taposa nei loro villaggi. Questo gruppo etnico è principalmente dedito all’allevamento e all’agricoltura di sussistenza basata principalmente sul sorgo, anche se coltivano il tabacco. Vivono intorno alle montagne di Kanthagor, tra gli stati dell’Alto Nilo e dell’Equatore. Anche le donne Taposa segnano la loro pelle con evidenti scarificazioni e un grande piercing al naso. Questa popolazione vive in una zona arida, che costringe i pastori a percorrere grandi distanze con il bestiame in cerca di erba. La regione è ricca di minerali e soprattutto di oro. Passano infatti parte del loro tempo alla ricerca del metallo prezioso nei letti dei fiumi. Trasferimento nei villaggi Boya dove arriveremo nel tardo pomeriggio. I membri del gruppo etnico Larim o Longarim sono più comunemente conosciuti come Boya. Il territorio dei Boya si trova tra i Monti Didinga, la Valle del Kidepo e i Monti Lopit. Il loro territorio si trova sulla pista che va da Torit a Kapoeta e la sua popolazione principale si chiama Kim Tong. Nei dintorni di Kim Tong troviamo le Boya Hills, un territorio della savana, punteggiato da grandi colline rocciose che fungono da parapetti per i villaggi di Boya. Questi grandi blocchi rocciosi conferiscono al territorio un aspetto molto suggestivo. I giovani Boya usano questi blocchi come torri di avvistamento da dove controllano parte del loro territorio. Le giovani donne Boya usano queste rocce anche per macinare il grano, si riuniscono in piccoli gruppi e cantano canzoni al ritmo della macinazione dei chicchi di cereali ( spesso sorgo o mais). I Boya sono principalmente allevatori, anche se coltivano anche sorgo e mais. I bovini sono molto importanti per i Boya e la loro vita ruota attorno a loro. Mangiano la loro carne, bevono il loro sangue e latte, dormono su stuoie ricavate dalla loro pelle.

GIORNO 5 23 Novembre  
Boya – Lotuko
Trascorriamo un’altra mezza giornata per visitare i villaggi vicini per saperne di più sul popolo Boya, visitando il loro territorio. Come nella maggior parte dei gruppi etnici della regione. I Boya sono animisti e credono negli spiriti dei loro antenati, con i quali comunicano in cerimonie in cui i loro spiriti vengono chiamati con offerte. Se siamo fortunati avremo la possibilità di vedere alcuni rituali e cerimonie. Fin dalla tenera età, le donne Boya si procurano o si fanno fare scarificazioni vistose sul viso e sul corpo che indicano lo status e il ruolo che ciascun individuo occupa nella società . Le considerano esteticamente molto belle , ma sono anche un segno di forza e resistenza. Trasferimento verso Tori Town per incontrare la comunità Lotuko. Nel pomeriggio trasferimento di circa 2 ore verso un villaggio Lotuko. Il popolo Otuho, noto anche come Lotuko o Latuka, è un gruppo etnico nilotico dell’Equatore orientale del Sud Sudan. I Lotuko, sono agricoltori sedentari e allevatori. Sono suddivisi in numerosi gruppi (Dongotono, Lokoia, Loghiri) e vivono in tribù governate da capi elettivi in caratteristici villaggi fortificati. Alle usanze patriarcali sono mescolate tradizioni matrilineari: tipica la suddivisione del territorio tribale in “distretti di pioggia” amministrati dai “facitori di pioggia” (carica ereditaria e trasmissibile anche alle donne), individui ai quali è dato il compito di provvedere (mediante riti ed esorcismi) a far piovere al momento opportuno. Parlano la lingua Otuho. La loro regione è caratterizzata da catene montuose e speroni montuosi come il monte Imotong, la montagna più alta del Sud Sudan. Allevano grandi mandrie di bovini, pecore e capre, coltivano la terra , cacciano e pescano. Si dedicano all’agricoltura di sussistenza; le coltivazioni principali sono sorgo, arachidi, simsim (sesamo) e mais in pianura, o telebun, dukan, patate dolci e tabacco in collina. La terra non è di proprietà di una sola persona, ma di tutta la comunità. La loro religione principale è una religione tradizionale animista basata sulla natura e sul culto degli antenati che è profondamente radicata nella loro identità etnica. Il dio principale degli Otuho è chiamato Ajok; è generalmente visto come gentile e benevolo, ma può essere anche furioso, Gli anziani raccontano che Otuho una volta ha risposto alla preghiera di una donna che chiedeva la risurrezione di suo figlio. Suo marito, tuttavia, era arrabbiato e ha ucciso nuovamente il bambino. Ajok si era infastidito dalle sue azioni e giurò di non resuscitare mai più alcun Otuho é da allora, secondo la leggenda, la morte è diventata permanente. Notte: campo e cena nel villaggio dei Lotuko.

GIORNO 6 24 Novembre  
 Lotuko
Trascorreremo tutta la giornata con la tribù dei Lotuko visitando anche i villaggi vicini al nostro campo, interagendo con gli abitanti dei villaggi e impareremo tanto delle loro tradizioni e usanze. Notte: campo e cena nel villaggio di Lotuko.

GIORNO 7 25 Novembre 
Peri-Lopit
Colazione e trasferimento verso i villaggi dell’etnia Peri. Trascorreremo l’intera giornata esplorando i villaggi Peri/Lopit, incontrando gli anziani del villaggio e conoscendo le loro abitudini tribali. Questo popolo vive nei dintorni delle colline Lopit in un territorio montuoso e pratica l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. I Lopit hanno somiglianze linguistiche con il vicino popolo Lotuko ma anche con i Masai. Sono orgogliosi della loro identità culturale e praticano importanti cerimonie tribali. Notte: al campo vicino al villaggio di Peri/Lopit.

GIORNO 8 26 Novembre 
La tribù dei Mundari
Dopo la prima colazione dalle 6:30 trasferimento verso la città di Terekeka in uno degli accampamenti di bestiame Mundari. Trascorreremo il resto della giornata per conoscere meglio la loro cultura e capire il loro modo di vivere. Pernottamento e cena al campo vicino al villaggio di allevatori di bestiame Mundari.

GIORNO 9 27 Novembre 
La tribù dei Mundari
Intera giornata dedicata all’esplorazione dei campi e delle tribù Mundari. In Sud Sudan, dove vive la tribù dei Mundari, che, a causa della sua posizione isolata è rimasta pressoché sconosciuta soprattutto per quanto riguarda i loro usi e costumi, rimasti più o meno immutati per secoli per giungere fino a noi. Trascorreremo un’intera giornata interagendo con il popolo Mundari. Avremo l’opportunità di scoprire il loro modo di vivere, i ritmi scanditi in base alle esigenze del bestiame, assistiamo in mattinata alla partenza del bestiame per i pascoli e poi al rientro alla sera. I Mundari attribuiscono molta importanza alle loro vacche, una razza bovina con le corna ricurve, una fonte di cibo, una cura contro le infezioni, le loro armenti arrivano ed essere considerate componenti della famiglia a tutti gli effetti. Tra i pastori e gli animali esiste un rapporto di simbiosi. Senza di loro gli esseri umani non hanno cibo sufficiente (latte, burro, formaggio). Così come i bovini morirebbero senza i pastori per le malattie trasmesse dagli insetti e parassiti e, anche, per gli attacchi di animali predatori, ma soprattutto, grazie al pastore, riescono a trovare erba da brucare e acqua da bere. Per I Mundari il bestiame è la vita. Latte e sangue, che instillano praticando un piccolo foro nella vena giugulare, sono alimenti preziosi. Con lo sterco mescolato a paglia si fanno i mattoni e l’intonaco delle case, una volta seccato al sole, il combustibile per cucinare e procurarsi la cenere che, cosparsa sul corpo, protegge dalle zanzare anofele, responsabili della trasmissione della malaria. Una cosa particolare dei Mundari, così come dei “cugini” Dinka più a nord è la peculiare abitudine di farsi urinare dalle vacche sul capo per poi impastare sopra dell’argilla per evitare i parassiti. Con l’orina si conciano le pelli, si fa il caglio, si tingono i capelli. E le bianche mucche dalle corna ricurve sono la dote dei matrimoni: fino a cento capi per una ragazza giovane e bella. «Senza vacche – recita un proverbio – niente moglie. Senza moglie e niente figli. Senza figli la tribù muore». Pernottamento e cena al campo vicino al villaggio di allevatori di bestiame Mundari.

GIORNO 10 28 Novembre 
Trasferimento al villaggio Dinka
Trasferimento di circa 4 ore verso un villaggio Dinka. Interagendo con i pastori Dinka, si trascorre un’intera giornata, scandita dalla partenza
al mattino del bestiame per i pascoli e poi dal loro rientro alla sera. Di giorno si visitano i villaggi. I Dinka sono circa 2 milioni, il 25% della popolazione del Sud Sudan rappresentando il maggiore gruppo etnico. La loro economia si basa soprattutto sulla pastorizia e sull’agricoltura, in particolare la coltivazione del miglio sulle sponde del Nilo e altre
varietà di cereali.Sono di statura molto alti, e tra le etnie locali sono considerati i più belli. Come i Mundari vivono in simbiosi con le loro vacche dalle lunghe corna, ogni famiglia ha bisogno di almeno 50 mucche per la sopravivenza. Notte: campo e cena nel villaggio di Dinka.

GIORNO 11 29 Novembre  
Giornata intera nel villaggio Dinka
Trascorreremo tutta la giornata con la tribù dei Dinka visitando anche i villaggi vicini al nostro campo, interagendo con gli abitanti dei villaggi e impareremo tanto delle loro tradizioni e usanze. Notte: campo e cena nel villaggio Dinka.

GIORNO 12 30 Novembre 
Transfer a Juba
Dopo colazione, salutiamo il popolo Dinka e iniziamo il nostro viaggio di ritorno a Juba. Sosta pranzo a Torit e proseguiamo il nostro trasferimento. Pernotteremo in hotel a Juba.

GIORNO 13 1 Dicembre  
Juba – Volo di rientro
Colazione e trasferimento in aeroporto in tempo utile per prendere il volo di rientro per l’Italia. Cambio di aeromobile e arrivo in Italia.

Nota importante: Si tratta di un programma nuovo, inedito, che regala il privilegio di essere tra i primi a visitare queste regioni remote, ma che proprio per questo va affrontato con il giusto spirito di adattamento.